Non ci siamo ancora ripresi dall’emozione di aver ospitato un grande uomo nonché protagonista delle missioni Apollo ed eccoci completamente sommersi nei preparativi della nostra prossima avventura: ospitare in Italia un grande amico, il Generale Charlie Duke, uno dei pochissimi uomini che ha beneficiato dell’incredibile privilegio (e coraggio) di staccarsi dalla gravità della nostra madre Terra per avventurarsi in un immemore balzo che lo ha portato a saltellare fra i sassi e i dirupi del cratere Cartesio sugli altopiani lunari.
Sono le 17:54 del 16 aprile 1972 e a Cape Canaveral Charlie, seduto in cima al razzo Saturno V assieme ai due compagni di viaggio Ken e John, non vede l’ora che i responsabili della missione diano l’ok per liberare il mostruoso e pesantissimo razzo dalle ganasce che lo vincolano al suolo; è proprio lui che qualche anno fa mi raccontava di aver avuto un solo pensiero in quegli ultimi istanti del conto alla rovescia: “dai, su; accendiamo questa macchina gigantesca e partiamo!”. L’attesa lo stava snervando; non ce la faceva più ad aspettare; avevano soltanto 4 ore di tempo prima della chiusura della finestra di lancio (la prossima si sarebbe riproposta solamente il mese successivo), in quegli istanti la paura di non partire lo stava letteralmente consumando!
A tutti i grandi appassionati di astronautica, dell’avventura di Charlie Duke sulla Luna, ci è rimasta impressa l’immagine del suo temerario tentativo di battere il record olimpico di salto in alto, sfruttando furbescamente il fatto che la forza di gravità sulla Luna è un sesto rispetto a quella terrestre, mentre i muscoli sono quelli terrestri. Purtroppo, durante il tentativo l’equilibrio venne meno e Charlie si trovò sbilanciato all’indietro mentre ricadeva sulla superficie, questo per via dell’ingombrante equipaggiamento che gli astronauti dovevano portare sulla schiena, ed ecco che da semplice impresa goliardica il tentativo sfiorò la tragedia e solo la prontezza di riflessi unita alla robustezza del PLSS, il sistema portatile di supporto vitale, salvò la vita del nostro ospite. Ovviamente la NASA non fu contenta dell’esercizio ginnico del loro uomo, il quale venne severamente redarguito e invitato a contenere le proprie smanie di vincere una medaglia d’oro olimpica, anche se dubito che il suo tentativo sarebbe mai stato omologato dal CONI.
Charlie, come altri 11 esseri umani, ha avuto il privilegio di visitare luoghi che nessun altro essere vivente vide mai più da cinquant’anni a questa parte: osservò le montagne lunari a sud e a nord del punto di allunaggio, proprio dal punto di vista di un ipotetico abitante lunare; in quell’occasione ritrovò le emozioni del bambino che si alza la mattina di Natale con l’eccitazione di aprire tutti i regali che incontra. Tali impareggiabili emozioni, ancora ben presenti nei suoi ricordi, le abbiamo volute tradurre nei dialoghi e nei fumetti di queste splendide pagine, disegnate dalla mano esperta dell’artista Alessandro attraverso la sapiente regia dell’amico Mario.
Sono le stesse emozioni che si provano ascoltando i suoi racconti, magistralmente articolati grazie alla sua innata dote divulgativa, per coloro che, come me, hanno avuto il privilegio e la fortuna di incontrarlo di persona, durante i suoi innumerevoli viaggi in Italia, in compagnia dell’inseparabile moglie Dorothy, alcune volte ospite di ASIMOF.
Dario Kubler